6 libri di poesia da leggere assolutamente

Da un po’ di tempo ho scoperto il piacere di leggere le poesie e così oggi, per celebrare la Giornata Mondiale della Poesia, voglio condividere con te 6 libri di poesia da leggere almeno una volta nella vita.
Benché molti di noi siano avidi lettori, solo pochi riescono davvero ad apprezzare questo genere letterario. Le poesie sono più difficili da comprendere dei romanzi, non hanno una trama (o almeno, non apparentemente!) e spesso rappresentano solo stralci di pensieri che gli autori affidano alle pagine bianche.
Le poesie albergano nei nostri peggiori ricordi del liceo, quando i professori di italiano ci imponevano di impararle a memoria, parafrasarle e aggiungerci “un nostro pensiero personale” (quanto abbiamo sudato per cercare di dare un senso logico a qualche parola?).
È per questo che, liberata da qualsiasi tipo di costrizione o voto in pagella, ho deciso di cimentarmi nella lettura di questo genere per uscire dalla mia comfort zone. Il risultato? Me ne sono innamorata.
Tra le pagine di questi libri di poesia ho trovato parole meravigliose in versi così toccanti da far impallidire anche il mio romanzo del cuore.
Perché leggere poesie
Leggere poesie è molto più semplice di ciò che sembra, se si mette da parte ciò “a cui siamo abituati”. È importante anche ricordare che non esistono regole al modo di leggere, ma ognuno può e deve farlo come meglio crede.
Per me, leggere poesie significa lasciarmi andare alle parole, farmi trasportare dalle emozioni, immaginarne il significato. La mancanza di una storia o personaggi da ricordare, infatti, lascia più spazio all’interpretazione: nelle poesie ci sono sì le parole degli autori, ma siamo noi con la nostra esperienza, le nostre emozioni e i nostri trascorsi a deciderne il senso. É per questo che una stessa poesia letta da due persone diverse può avere significati opposti.
A differenza dei romanzi, inoltre, le poesie sono brevi e questo le rende di maggiore impatto. Riuscire ad emozionare con solo qualche verso è arte e non è di certo da tutti. Farlo poi con sole quattro parole? Beh, quello è un dono.
M’illumino d’immenso
Giuseppe Ungaretti
Le poesie sono come le canzoni: ci sono quelle che ci toccano l’anima senza una ragione oggettiva. Ci sono quelle che sentiamo più vicine, quelle che parlano di noi, quelle che non capiamo ma amiamo lo stesso, quelle che non smetteremmo mai di cantare.
Quali libri di poesia leggere: i miei 6 consigli
Come primo approccio a questo genere letterario ho deciso di spaziare in termini di luoghi e anni. I 6 libri consigliati toccano i primi anni del’900 con Eugenio Montale, per poi proseguire alla metà del ‘900 con Prévert e Neruda, fino ad arrivare agli anni 2000 con Alda Merini, Michele Mari e la recentissima Rupi Kaur. Un viaggio, quindi, non solo temporale ma anche spaziale, le cui fermate sono state l’Italia, la Francia, l’America Latina e il Canada.
I poeti scelti sono stati il risultato di ricerche e gusti personali, ma molti di loro vengono consigliati anche a scuola e su blog specializzati per imparare ad apprezzare davvero questo genere.
Ossi di seppia di Eugenio Montale (Mondadori)
Ossi di seppia è una delle raccolte poetiche più famose (nonché la prima) di Eugenio Montale, pubblicata nel 1925. Ho deciso di acquistarlo perché il libro è fatto molto bene e, accanto alle poesie, ci sono dettagliate spiegazioni della sua vita e di ciò che si nasconde dietro ogni scritto.

Ossi di seppia contiene alcune delle poesie più belle di Montale come Meriggiare pallido e assorto, Spesso il male di vivere, Non chiederci la parola e I limoni.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Tutte le poesie in questa raccolta sono accomunate dal tema del rapporto ambivalente con la natura: la raccolta venne scritta durante un’estate trascorsa alle Cinque Terre, in cui il mare è l’elemento centrale.
Questo libro mi sembra un ottimo modo per iniziare (o continuare, se contiamo il liceo) a conoscere Montale, che tra l’altro è l’autore della mia poesia preferita, Ho sceso dandoti il braccio, parte della raccolta Satura.
Questo amore di Jacques Prévert (Salani Editore)
Il poeta dell’amore per eccellenza, colui che rimane attuale anche a distanza di anni dal suo esordio, Prévert è un must per chi si avvicina alla poesia.
Io ho scelto la bellissima edizione di Salani, curata da Donatella Ziliotto e introdotta da (pensate!) Piero Pelú, che dedica al poeta delle parole molto significative.
Prévert è conosciuto per aver dato voce agli amori giovanili in anni in cui la guerra e gli sconvolgimenti politici e sociali erano protagonisti. È lui l’autore de I ragazzi che si amano – sì, “quella dei baci Perugina”. Nei suoi versi compare la voglia di amare, la liberazione sessuale, la ribellione dei cuori; compare la tenerezza, l’ironia, lo struggimento, l’anarchismo tipico dei primi amori.
Sono felice
perché ieri lui mi ha detto
che mi amava
Sono felice e piena di fierezza
libera come la luce
Lui non ha mica aggiunto
che sarebbe stato per sempre.
Tu, piccolo infinito di Pablo Neruda (Salani Editore)
Allo stesso periodo storico di Prévert appartiene Pablo Neruda, una delle più importanti figure della letteratura latino-americana del Novecento. Anche la raccolta Tu, piccolo infinito è edita Salani (sì, sono pazza delle copertine!), curata da Donatella Ziliotto e introdotta da Daniele Silvestri.
Nelle poesie di Neruda, oltre a tantissimo amore, c’è l’impegno politico e sociale di un uomo che ha lottato attivamente per il proprio paese e la propria gente. A differenza di Prévert, l’amore di Neruda é maturo, vissuto, realista: è l’amore per una donna, ma anche per la vita, per il proprio Paese, per il suo popolo, per la natura.
Mi piace quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
[…]
Folle, folle, folle di amore per te di Alda Merini (Salani Editore)
Quando si parla di poesia contemporanea si dice Alda Merini. Colei che ha trasformato una malattia in arte, che ha saputo raccontare meglio di chiunque altro la controversia dell’amore, il dolore del rifiuto, l’impazienza dell’attesa.
In questa raccolta introdotta da Roberto Vecchioni ho conosciuto una poetessa decantata per ovvie ragioni: le sue parole sono vere, senza fronzoli, quasi tangibili. Non descrivono l’amore ideale, ma una verità da molti conosciuta e da pochi accettata: è impossibile non soffrire per amore.
Quando tu non ci sei
e l’aria non risuona dei tuoi richiami segreti
allora l’ombra si stende come un manto
la sera diventa feroce
e gli uccelli mi cadono ai piedi stecchiti,
come percossi da una peste improvvisa
perché la mancanza d’amore
è la mai pestilenza
Alda Merini è anche conosciuta come “la poetessa dei Navigli” e la sua presenza è ancora vivida oggi in quell’angolo di Milano: il ponte di pietra del Naviglio Grande è stato nominato Ponte Alda Merini, i ragazzi di Lediesis hanno creato un’opera di street art proprio dedicata a lei e nel 2014 è nato lo Spazio Alda Merini, una casa museo che racchiude la vita e l’arte della poetessa milanese.
Tra l’altro, coincidenza vuole che proprio il 21 Marzo, Giornata Mondiale della Poesia, sia anche l’anniversario della nascita della poetessa, scomparsa 11 anni fa.
Insomma, non ci sono scuse: tra i libri di poesia da leggere deve esserci qualcosa di Alda Merini.
Cento poesie d’amore a Ladyhawke di Michele Mari (Einaudi)
Esperimento poetico di un autore di romanzi di grande successo, Michele Mari mi ha conquistata dalla prima pagina.
Cento poesie d’amore a Ladyhawke descrive un amore tormentato e impossibile, a tratti romantico e violento, che sembra quasi trasformarsi in ossessione. Eppure in ognuna di queste poesie non si può non percepire la grande dolcezza di due persone innamorate, che altro non vorrebbero che stare insieme ma che la vita ha deciso di separare.

Qui Mari riprende e attualizza le poesie antiche, rendendole comprensibili a tutti e lasciando il lettore incollato alle pagine con la voglia di “leggerne ancora una”.
Fedeli al duro accordo
non ci cerchiamo più
Cosí i bambini giocano
a non ridere per primi
guardandosi negli occhi
e alcuni sono cosí bravi
che diventano tristi
per la vita intera
Il sole e i suoi fiori di Rupi Kaur (tre60)
Rupi Kaur è stata una bellissima scoperta, non solo perché giovane e contemporanea, ma anche per la capacità di arrivare dritta al cuore senza troppi giri di parole. O per lo meno, al mio ci è arrivata forte e chiara.

Nella raccolta Il sole e i suoi fiori, Rupi parla di come l’amore per un’altra persona possa compromettere quello verso se stessi. Attraverso il paragone con i fiori che appassiscono, cadono, radicano, crescono e fioriscono, Rupi porta alla luce paure e insicurezze presenti in tutti noi, descrive esperienze quasi brutali, l’abbandono, il rifiuto, per poi contrapporre parole di forza e speranza, indice della rinascita.
Rupi Kaur è l’esempio di come la poesia non sia qualcosa “di passato”, ma anzi sia in grado di evolversi e adattarsi ai tempi moderni. Si pensi che solo su Instagram la seguono oltre 4 milioni di persone che giornalmente condividono e commentano i suoi versi e seguono con entusiasmo il suo attivismo sociale.
Cosa c’è di più forte
del cuore umano
che si schianta di continuo
e ancora vive
Autrice di Honey and milk e Home body, Rupi Kaur si è conquistata il primo posto nella mia classifica di questi libri.
Il viaggio nel mondo delle poesie
Con questi 6 libri ha avuto inizio il mio (e magari anche tuo?) viaggio nell’incantevole mondo delle poesie. Un viaggio inaspettato che sicuramente proseguirà con altri poeti e altre poetesse che hanno fatto la storia: Giuseppe Ungaretti, Emily Dickinson, Wilslawa Szymborska, Fernando Pessoa, Federico García Lorca, Cesare Pavese… insomma, c’è ancora tutto un mondo da scoprire!
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Disclaimer
Tutto quanto scritto in questo articolo è risultato di ricerche e riflessioni personali e non ha l’intenzione di essere categorizzata come recensione tecnica delle opere.